Alan Sorrenti
Alan Sorrenti è un cantautore napoletano di origine gallese, noto ai più per i suoi lavori più commerciali (pezzi in stile dance come l’hit “Figli delle stelle” o canzoni melodiche come la fortunatissima “L’unica donna per me”). Ma negli anni in cui “Pawn Hearts” dei Van der Graaf Generator rimaneva al primo posto nella penisola per mesi vendendo oltre 800 mila copie, Sorrenti
ebbe anche e soprattutto una carriera di raffinato cantautore rock di chiara matrice psichedelica/progressiva, che molti videro direttamente ispirata ai lavori di Tim Buckley o Peter Hammill. I rapidi cambiamenti del pop italiano gli fecero cambiare strada. Una lunga suite omonima e tre canzoni compongono il suo album d’esordio Aria (1972), capolavoro del pop italiano. Musicisti di eccezione per questo disco, tra i quali spicca la stella Jean Luc Ponty (violinista jazz allievo di Grappelli e virtuoso riconoscibile nei capolavori orchestrali di Zappa e della Mahavishnu Orchestra) che dà un contributo fondamentale alla suite che occupa interamente la prima facciata del lavoro. Sfruttando tematiche care al progressive italiano Sorrenti costruisce un’atmosfera che subito coinvolge l’ascoltatore a partire dagli arpeggi di chitarre spagnoleggianti e agli improvvisi vocalizzi accompagnati da innesti free-jazz del piano e da essenziali fraseggi di violino. Le atmosfere allucinate sono rese in un modo tale da non apparire eccessive o “datate” ma comunque con sobrietà, e questo spiega il notevole fascino che la suite ha ancora oggi, a 40 anni di distanza. Il secondo lato, si segnala con un primo momento più rilassato e con un uso del cantato meno “estremo” e più riposante nella struggente ballata folk “Vorrei incontrarti” e con una ripresa finale nel lisergico “La mia mente” e in “Un fiume tranquillo”, riconducibile ad uno stile sinfonico più tradizionale.
Come un vecchio incensiere all’alba di un villaggio deserto (1973), secondo disco di Alan Sorrenti, vede Tony Esposito alla batteria e percussioni e David Jackson dei Van Der Graaf Generator al flauto. Dato il grande successo commerciale e di critica del primo lavoro, la Harvest spinse il musicista a sfornarne un altro in tempi brevissimi fornendogli ancora una volta dei sessionmen di notevole valore. L’album ha testi più equilibrati e contiene la bellissima canzone d’amore “Serenesse” (forse il suo pezzo più valido) e la validissima ballata psichedelica “Angelo”. La suite che dà il titolo al disco si apre con una lunga introduzione psichedelica/free jazz, con improvvisazioni vocali su una base di vcs3 e chitarra slide.
A Veruno Sorrenti riproporrà la migliore produzione dei primi tre dischi, senza peraltro rinnegare il suo successivo momento pop.