SOFT MACHINE LEGACY

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SOFT MACHINE LEGACY

 

Nel 1978 il sassofonista Elton Dean e il bassista Hugh Hopper si riuniscono con  il tastierista Alan Gowen e il batterista Pip Pyle – compagni della scena di Canterbury – in una band che facesse  riferimento ai Soft Machine, il gruppo che aveva portato Dean e Hopper al massimo livello nelle loro carriere musicali. Il nuovo gruppo venne chiamato Soft Heap. La musica che il quartetto propose era in uno stile notevole e unico di jazz elettronico che non riproponeva né il pop psichedelico né il modello di jazz-rock dei Soft Machine. I Soft Heap hanno registrato un album in studio ( dal titolo eponimo ) nello stesso 1978 , pubblicato però su etichetta Charly solo nell’anno successivo ( poi rimasterizzato su CD Esoteric –  ristampato nel 2009). Il gruppo esordisce in disco nel 1978 con l’album dal vivo Rogue Element, anche se il quartetto – per quell’uscita discografica – ha usato il nome Soft Head dal momento che il batterista Dave Sheen ha sostituto  Pyle indisponibile per la registrazione ( fatta durante un tour francese ). Hugh, Elton, Alan, e Pip erano dunque i ” Soft Heap”; Hugh, Elton, Alan, e Dave erano I ” Soft Head”. Abracadabra Facendo un flash in avanti di più di due decenni si arriva al 1999 quando troviamo Dean e Hopper che sono di nuovo in un gruppo “Soft + qualcosa”, questa volta Soft Ware, con un terzo elemento dei Soft Machine, il batterista John Marshall e il pianista free / avant  jazz Keith Tippett. Questa formazione non ha inciso  album ma ha dato il segnale che la storia degli ex Soft Machine – gruppo che negli anni ’60 degli anni ’70 raggiunse fama a livello internazionale – non era finita, e che nel nuovo millennio vi era ancora attenzione e seguito da parte dei fan. Una formazione dal nome Soft Works pubblica nel 2003 l’album Abracadabra, che propone una musica dal gusto di jazz contemporaneo con inclinazioni canterburiane e orientamento fusion. Questa volta la band era costituita interamente da originari membri Soft Machine: oltre a Dean, Hopper e Marshall, Soft Works incluse il chitarrista Allan Holdsworth. Sebbene i quattro erano stati tutti nei Soft Machine, nessuna formazione dei Soft li aveva inclusi nello stesso tempo. Hopper compare negli album dal secondo al sesto, Dean dal terzo al quinto; Holdsworth solo in Bundles e Marshall in tutti gli album dei Soft Machine dal quinto in poi, fino ai tempi di Karl Jenkins leader del gruppo ( mentre Dean e Hopper, di fatto, facevano parte dei Soft Heap ). Softs Holdsworth aveva lasciato i Soft Machine dopo Bundles, un album del 1975, e in maniera piuttosto tipica lasciò i Soft Works dopo un album. Così Dean, Hopper, e Marshall dovettero guardarsi attorno per trovare qualcuno per sostituirlo, e , come già successe nel 1976 dopo l’uscita di Bundles, il chitarrista John Etheridge entrò nel gruppo in sostituzione di Holdsworth. Così dopo Soft Heap, Soft Head, Soft Ware e Soft Works, il nuovo quartetto decolla nel mese di ottobre 2004 con la denominazione di Soft Machine Legacy. I membri del quartetto decisero di non limitarsi a fare pedissequo riferimento al gruppo con cui avevano raggiunto i più alti raggiungimenti.  Dean, Hopper, Marshall, e Etheridge precisarono che il nome della band significava che essi intendevano non solo ripercorrere una storia illustre ma anche costruire sull’eredità dei Soft Machine . I Soft Machine Legacy si focalizzano infatti sul nuovo repertorio ma non rinunciano a inserire nella loro scaletta almeno un vecchio cavallo di battaglia dei Soft Machine, “Kings & Queens”, brano scritto da Hopper che qualcuno considera la vetta raggiunta dai Soft Machine “quartetto classico” (Hopper, Dean, Mike Ratledge, Robert Wyatt) di Fourth. Live in Zaandam L’etichetta MoonJune ha cominciato a pubblicare album dei Soft Machine Legacy nel 2005 con Live in Zaandam, registrato nel maggio dello stesso anno nei Paesi Bassi. A Live in Zaandam seguì un album eponimo in studio l’anno successivo, quindi due uscite dal concerto del dicembre 2005 presso la sede di New Morning di Parigi: il DVD New Morning – Il concerto di Parigi e il CD Live at the New Morning. Il concerto di New Morning includeva una versione di ” Seven for Lee ” una delle più belle composizioni di Dean presenti nell’album Rogue Element dei Soft Head. Purtroppo però Dean era in cattive condizioni di salute e, anche se aveva in progetto un tour con i Soft Machine Legacy nel febbraio 2006, è morto proprio in quel mese a 60 anni. Stream I Soft Machine Legacy  hanno promesso di continuare a seguire la strada di Dean e aggiunto il sassofonista / flautista Theo Travis per il successivo lavoro del gruppo, l’album in studio Stream, del 2007. Anche se il musicista che non era stato nei Soft Machine, Travis era una scelta ideale per i Soft Machine Legacy. Non solo possedeva seria reputazione di jazzista ma aveva anche suonato e/o registrato con molti artisti legati a quella stessa scena di Canterbury che ha generato i Soft Machine, tra cui Phil Miller’s In Cahoots e le ultime formazioni di Gong e Hatfield and the North. Ma purtroppo ancora una volta la vecchia guardia abbandona la scena. L’anno successivo all’uscita di Stream  a Hugh Hopper viene diagnosticata la leucemia e muore nel giugno 2009 a 64 anni. I due membri chiave dei Soft Machine che – tra i molti altri progetti nel corso degli anni – avevano avventurosamente tenuto in vita lo spirito del gruppo attraverso Soft Heap/Head, Soft Ware, Soft Works e Soft Machine Legacy, se n’erano andati. I restanti tre membri di Soft Machine Legacy , il batterista Marshall, il chitarrista Etheridge, e il sassofonista / flautista Travis si ripromisero di continuare e il bassista Roy Babbington venne presto aggiunto alla formazione. Babbington era apparso come ospite nell’album Fourth (anche se non è lui a suonare il basso in “Kings & Queens”) e si era unito alla band come un vero e membro a pieno titolo dopo la partenza di Hopper durante gli anni di Karl Jenkins, apparendo in Seven nel 1973, nel 1975 in Bundles con Allan Holdsworth, e in Softs del 1976, l’album che ha introdotto John Etheridge nella formazione. Soft Machine Legacy aveva ora tre membri Soft Machine apparsi insieme in Softs: Etheridge, Marshall, e Babbington. Live Adventures Nell’ottobre del 2009, alcuni mesi dopo la morte di Hopper, l’ultima versione dei Soft Machine Legacy partì per un tour europeo e registra l’album Live Adventures, un live tratto dai concerti tenuti in Germania e Austria. L’album include la versione di uno dei pezzi più noti di Hopper, “Facelift”, così come due brani di Karl Jenkins, “La Nodder” e ” Song of Aeolus “. Live Adventures è uscito nel 2010. Tre anni più tardi, nei primi mesi del 2013, questa formazione della band è tornata con il suo primo appuntamento in studio, “Burden of Proof”, pubblicato da MoonJune. L’album è formato interamente da nuove composizioni e improvvisazioni eccezion fatta per un brano, una nuova interpretazione di “Kings & Queens”. Line-up:

  • John Etheridge – chitarra elettrica
  • Theo Travis – sax, flauto, pianoforte Fender Rhodes
  • Roy Babbington – basso elettrico
  • John Marshall – batteria

 

 

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